Dopo una pausa di 4 anni, è ripreso a settembre scorso il Convegno Didattica Aperta, un evento aperiodico e itinerante, nato nel 2010 con l’obiettivo di coinvolgere insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado (dalla scuola primaria e secondaria, alla formazione professionale, all’Università), ma anche educatori e genitori, nell’opera di diffusione dei principi della conoscenza come bene comune.
L’edizione 2018 è stata ospitata il 14 e 15 settembre presso il Dipartimento di Informatica Scienza e Ingegneria di Bologna ed è stata organizzata in collaborazione con l’Associazione per il Software Libero e Wikimedia Italia. All’organizzazione hanno partecipato docenti provenienti dal mondo della scuola, della formazione professionale e dell’Università.
Il convegno ha proposto testimonianze di insegnanti, sviluppatori di software, studiosi, volontari, impegnati nella promozione del software e della cultura libera in ambito educativo (ovvero software, dati e contenuti tutelati da particolari tipi di licenze che ne garantiscono la libertà di uso e riuso – ad esempio le licenze Creative Commons per dati e contenuti o la licenza GPL).
La prima giornata si è articolata in snelle presentazioni, mirate a condividere esperienze, strumenti, concetti e idee. Tra le tante esperienze illustrate, si citano solo a titolo di esempio la rete di animatori digitali della regione Umbria, prima iniziativa in Italia che ha coinvolto circa ottanta dirigenti scolastici e oltre quattrocento animatori digitali. L’esperienza “open source” della provincia autonoma di Bolzano. Diversi progetti in ambito Wikimedia, la fondazione che sostiene Wikipedia, Wikidata, Wikimedia Commons, OpenStreetMap, etc. Si è parlato inoltre di coding, di metodologie basate sulla gamification o sui giochi da tavolo, di “kit” per progettare la didattica. E’ stato presentato il progetto FARE (free architecture for remote education) del Politecnico di Torino. Sono stati illustrati vari aspetti e strumenti del LMS open source per eccellenza: Moodle. Non è mancata la distribuzione So.Di.Linux, il cui sviluppo, promosso dal CNR, è una delle prime esperienze concrete di realizzazione di software open source per la didattica quotidiana ed “inclusiva”. E’ stata infine interessante la sintesi proposta dalla rivista Bricks, da sempre interessata alla didattica digitale, che, trasformandosi in osservatorio, ha offerto pareri e spunti di riflessione sulla didattica aperta, attraverso gli articoli pubblicati negli ultimi anni.
La seconda giornata ha avuto invece un’impostazione di tipo pratico, con workshop e laboratori che hanno consentito da un lato ai neofiti di approcciarsi al mondo della cultura libera, dall’altro agli esperti di approfondire alcuni temi più prettamente tecnologici. Si è trattato di OpenStreetMap, il più grande database geografico libero e partecipativo, un progetto di interesse internazionale, i cui risvolti didattici sono innumerevoli; del mondo Wikipedia, visto dalla prospettiva del contributore, in particolare all’interno del contesto scolastico; del pensiero computazionale, trattato in un “teacherdojo”, in cui docenti e studenti si sono cimentati nell’arte della programmazione, chiave di volta dell’intero movimento legato ai coderdojo. Un laboratorio, organizzato dai tutor del fablab di Ivrea, ha proposto spunti di riflessione e suggerimenti per avvicinare il modello organizzativo “classico” della attività di laboratorio scolastiche a quello degli odierni fablab. Un momento più squisitamente tecnologico, incentrato su LibreSchool, ha proposto la realizzazione di laboratori informatici con software libero. Si è sperimentata la grafica, che ricopre uno degli ambiti più creativi e accattivanti dell’universo degli strumenti informatici, grazie a un laboratorio incentrato sugli strumenti di grafica libera. E si è tornato a discutere (tema già affrontato nella prima giornata) del portale FARE, in questo caso, ovviamente, da un punto di vista operativo.
Sul sito del convegno è possibile consultare nel dettaglio il programma e i materiali delle presentazioni non solo del 2018 ma di ogni edizione precedente.
In sintesi, il convegno Didattica Aperta ha voluto anche quest’anno, come in ogni edizione precedente, promuovere esperienze e progetti che si basano su principi come la collaborazione, la condivisione, la partecipazione.
Utilizzare software libero o comunque open source, privilegiandolo al software proprietario, e utilizzare dati e contenuti digitali aperti privilegiandoli a quanto vincolato dal copyright, è una scelta educativa che considera lo strumento digitale non un semplice mezzo ma un media culturale portatore di valori indispensabili all’esercizio di una civica cittadinanza attiva.
La condivisione, la collaborazione, la facilità di accesso si rivelano in ambito formativo delle premesse fondamentali per il progressivo sviluppo e miglioramento della conoscenza e la filosofia che sottende il software libero e alla cultura libera si fa garante di queste premesse allontanando il rischio di trasformare gli studenti e i cittadini di domani in meri consumatori di prodotti digitali.